Scrivere è un lavoro di stecca (e di nuovo sui clienti)

Alessandro l’ho conosciuto a un corso: mi ha chiesto se mi poteva contattare per rifare i testi del sito del suo albergo, a Pietra Ligure. Vari mesi dopo mi ha scritto perché, davvero, voleva che lo facessi. Ci siamo accordati e i lavori sono partiti.

Per prima cosa gli ho fatto compilare una scheda dove gli chiedevo perché rifaceva il sito, quali erano i suoi obiettivi per quest’anno, quale era la sua tipologia di clienti attuale e se voleva raggiungerne anche una diversa: insomma, tutte quelle domande utili a inquadrarti nella storia del tuo cliente. In più l’ho invitato scrivermi le parole e le immagini che gli venivano in mente pensando al suo albergo. La risposta è stata: “Una struttura semplice ma curata (parole), io che faccio il gelato al pistacchio (immagini)”. Insomma, non erano gli effetti speciali che voleva, solo un modo di parlare ai clienti che uscisse fuori dagli schemi noti.

Quello che mi stuzzicava molto era la libertà fiduciosa che nelle mail e nelle telefonate Alessandro mi lasciava ed è forse per questo che le mie parole sono fluite fuori facili e leggere. E a quel punto ho capito che bisognava fare una prova.

I Francesi dicono se tutoyer: darsi del tu per significare entrare in confidenza. Ecco, il mio modo di scrivere stava diventando davvero tutoyant! Ma l’albergo non era il mio, non ero io che ci mettevo la faccia, ma Alessandro. E se non si fosse riconosciuto nel lessico, nel tono, nel mood che avevo in mente?
La prova è andata così:

cahat 1

chat 2

Adesso il sito è on line e l’unica cosa davvero importante sarà capire se funziona o meno rompere lo schema della comunicazione tradizionale albergo-cliente fatta di frasi fatte e formule standard.

Ma la considerazione che voglio proprio tanto fare qui è questa: col cavolo che i testi fluiscono fuori con grazia innata, se non ti sei fatta un culo quadro prima!
Ma sai da quanti anni lavoro sulla leggerezza della scrittura? Sai la fatica a scrivere e riscrivere mail di bancari, circolari di amministratori pubblici, report di auditor?

Prima cosa: scrivere ti deve piacere e ti deve piacere fin da piccola. Io alle elementari volevo fare la parrucchiera, poi ho scoperto il foglio bianco e la stilografica e boom, il danno si è prodotto.
Seconda cosa: l’allenamento costante è fondamentale. Ho in mente gli anni di riscaldamento alla sbarra, quando praticavo la danza classica. Non che volessi fare la danzatrice né che avessi mai avuto il fisico da, ma la danza è stata una disciplina del corpo e della mente molto seria che si componeva di allenamenti due volte alla settimana e della lezione di “perfezionamento” la domenica mattina.

Ore di plié et grand plié, di arabesques che ti tiravano la schiena e pirouettes che ti facevano perdere l’equilibrio. E fai e rifai, cadi e rialzati.

Questo straordinario allenamento mi ha accompagnata fino ai 18 anni, le traduzioni delle versioni di greco fino ai 19 (certo che anche quelle…), ma l’amore per i fogli bianchi non ha ancora smesso di starmi vicino ☺

Insomma, l’attitudine a fare, correggere e rifare è stata quella che mi ha aiutato in questi anni di scrittura e riscrittura. Anni di sforzi utili a trovare la fluidità in un pensiero tortuoso, la formula più chiara e semplice anche là dove non sembrava possibile (vedi certi testi che provenivano da una compliance aziendale o da un parere di un ufficio legale); anni di prima e dopo fatti insieme a intere aule animate dal più fiero “da noi semplificare non si può”.

Questo per dire che il fluire senza ostacoli della scrittura non è gratis.
Prima di scrivere, penso io, è importante imparare a riscrivere, a cimentarsi con testi complicati, spesso inutilmente difficili, a volte volutamente ostici.

Sull’esercizio alla sbarra quotidiano, si fonda il testo che scorre e che suona naturale.

Perché il piacere di fare una pirouette doppia lo si può provare solo dopo aver provato cento volte e farne, bene, una singola (non che a me sia mai venuta sul serio una pirouette doppia, sia chiaro!).

***

Completamente off-topic: sulla vita dura dei piedi di una (vera) ballerina, ho scritto questo racconto, ospitato da galliziolab.com

foto di Marco Borgna

Scritto da Annamaria Anelli

Sono una business writer e aiuto le aziende a prendersi cura dei propri clienti, con la scrittura

5 commenti su “Scrivere è un lavoro di stecca (e di nuovo sui clienti)”

  1. Come mai se clicco su “ora il sito è online” prima mi rimanda a bing e poi mi appare il messaggio sito segnalato come malevolo e bloccato da google? Ero curioso di vederlo.. ciao

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