A una certa ora c’è scritto “CHIUSO”

Allora, la questione della “reperibilità” dei freelance è cosa poco nuova. Siamo free quindi è giusto rispondere a richieste di lavoro che arrivano al mattino presto mentre litighi con il latte versato del piccolo e stai facendo la coda alla grande? Oppure di sera quando sei così stanca che piangeresti e sai che hai ancora un milione di cose che ti aspettano prima di spegnere la luce?

Io concordo (ma mi ci sono voluti anni!) con l’ottimo post di @RiccardoE, dopo le 18 e 30 c’è scritto chiuso.

Concordo non perché faccio come quelli ai quali cade la penna appena l’orologio segna le diciassette. Concordo perché ho bisogno di riacquistare una qualità del mio tempo che sento di aver perso.

Per me è un vero strazio rispondere a un messaggio o a una mail di lavoro in orari dedicati di solito ai compiti di mamma [ore 7 e 20 <ci sentiamo un attimo?>]. Perché sono presa tra il senso di colpa che mi nasce spontaneo se non corro subito e il senso di colpa opposto se corro e mollo lì la grande che sta ripetendo l’homo habilis… Questa non è vita sana.

Io non retrocedo di un millimetro sulla qualità di ciò che faccio, sulla puntualità, sulla precisione, sull’attenzione alla relazione con le persone, ma non posso più passare il mio tempo a sentirmi inadempiente in un campo o nell’altro.

Sarà una caratteristica femminile? Sarà l’ennesimo peso sulle spalle di una mamma o (spero) di un papà? Forse.

O forse sarà che questi tempi non ci devono far infilare un coltello tra i denti né metterci nella condizione di dire sempre di sì.

Chi dice che occorre imparare a dire “no” ha ragione. Per me, santo-subito.

Scritto da Annamaria Anelli

Sono una business writer e aiuto le aziende a prendersi cura dei propri clienti, con la scrittura

Lascia un commento