La dimensione intima della voce, su Storytel

Storytel (la piattaforma di podcasting) ha pubblicato il mio Le parole per farlo. Si tratta di 6 puntate che riguardano come raccontarsi quando si cerca un lavoro o una collaborazione professionale.
 
Se hai già un abbonamento a Storytel, a posto, altrimenti qui trovi il link per avere un’estensione del periodo di prova gratis. Se dopo vorrai iscriverti alla piattaforma, secondo me farai benissimo: c’è davvero un sacco di materiale interessante da ascoltare.
 
Ma cosa sono queste puntate?
Una cosa meravigliosa <3
Sì, me lo dico da sola perché le amo molto: è stata la mia prima volta con l’audio e devo dire che mi sono trovata benissimo. È una dimensione intima, calda, dove la voce prende una consistenza concreta, che quasi si tocca.
 
“Non sopporto di riascoltare la mia voce!“, sento spesso dire. Io invece mi ci riconosco, quella sono io: è con le fotografie che ho un sacco di problemi.
Quando riascolto la mia voce è come se sentissi la vera me: la percepisco un po’ bassa, a volte un po’ rauca, e mi sembra che non possa mentire.
 
Chiariamo subito che se adesso riregistrassi le puntate, migliorerei alcuni aspetti: ma non importa, la perfezione non è di questo mondo, almeno per me. Mi ci è voluto un po’ per digerirlo, questo concetto. Riascoltandomi ho avuto un flash: le volte che riaprendo a caso la tesi di laurea trovavo dei refusi. Oddio!

Poi, una persona di cui mi fido molto mi ha scrollata e ho finalmente accettato di lasciar andare. A un certo punto è quello che bisogna imparare a fare. Come per i figli.

La cosa davvero importante è che ti arrivi l’energia che ci ho messo dentro, la forza, il coraggio, a volte, di sostenere le mie idee, l’innamoramento totale nei confronti delle splendide persone che ho intervistato.
 
Ho capito che ascoltare le parole delle persone che sono così generose con me mi rende migliore. Lo dico fuori dalla retorica facile. Mi è successo con il podcast, mi succede ogni volta che scrivo le interviste per la mia newsletter, mi capita anche quando semplicemente parlo stretta stretta con un’amica. È lo stretta stretta che fa la differenza. Quando passa quel fluido avviene la connessione e mi sento trasportata in un viaggio dentro di me.

Sì, non so se capita anche ad altri, magari a chi lo fa di mestiere: ascolto le parole, mi allaccio al filo dei pensieri che scorrono, seguo le tracce che l’altra persona lascia collegando i suoi privati puntini, e intraprendo il mio viaggio parallelo. Fatto di altrettante parole, pensieri.

E succede ogni volta, ma proprio ogni volta, che un pezzetto vada a posto. Un pezzetto di me, dico. Spesso mi spuntano le lacrime oppure semplicemente sento un clic. Capisco che quel ragionamento è andato a risvegliare qualcosa.
È una sensazione bellissima, e spero che in qualche modo la proverai anche tu.
 
E adesso i titoli:
Puntata 1 – Come raccontarsi
Puntata 2 – Raccontare senza le frasi fatte
Puntata 3 – Raccontare il tempo della maternità
Puntata 4 – Raccontare il fallimento
Puntata 5 – Raccontare la fragilità
Puntata 6 – Raccontarsi al lavoro
 
Puoi partire dalla prima e andare avanti o saltellare dall’una all’altra, come preferisci. Dopo averle ascoltate, ti va di scrivermi per dirmi che cosa ne pensi? Quali sensazioni hai provato?

Scritto da Annamaria Anelli

Sono una business writer e aiuto le aziende a prendersi cura dei propri clienti, con la scrittura

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