Formazione in pillole: breve, leggera e sostenibile

Da gennaio ho sperimentato un nuovo modello di formazione in aula (nuovo per me): niente più giornate intere, ma poche ore alla volta, da due a quattro. In questo post dico come è andata, ma anticipo la conclusione: mi è piaciuto un sacco!

Dove ho insegnato:

IED, Milano – Master in Social Media and digital PR, 4 ore x 3 incontri (già sperimentato l’anno scorso).

Scuola Holden, Torino – Survival Kit, 4 ore x 12 incontri spalmati su 6 college (già sperimentato l’anno scorso).

Zandegù, Torino – Scrivere per lavoro 101, 2 ore x 4 incontri (serali!).

Pennamontata, Roma – Copy42, 3 ore x 1 incontro.

Scuola Forense, Monza – Scrivere per farsi capire e per raccontare: 4 ore x 1 incontro.

I pro di una giornata intera di formazione in aula

Una giornata interamente dedicata alla formazione resta comunque utile e interessante perché mi dà la possibilità di:

  • affrontare l’argomento o gli argomenti con un certo approfondimento
  • rispondere a molte domande senza dover tagliare per fare in fretta
  • rispondere ai partecipanti che mi sottopongono i loro casi (se le circostanze lo permettono e i numeri sono ridotti, come, in alcuni casi, al Digital Update).

Quest’ultima è la modalità “pronto-pizza”, come la chiamo io: lì su due piedi, a caldo, come se avessi in testa le cuffie del Rischiatutto, la formazione si trasforma in una mini-consulenza. Certo non ho le ricette per le torte perfette, ma mi impegno per cercare di fare ragionamenti costruttivi e, dove posso, indicare strade percorribili. Anche se per me è molto faticoso per le energie mentali che devo impiegare, mi rendo conto che spesso questo è il valore aggiunto di certi miei corsi.

Alla fine della giornata i partecipanti hanno in mano alcuni strumenti pratici, tanti stimoli e magari hanno anche risolto un paio di dubbi molto concreti, ma sono stravolti: come tuti quelli che fanno formazione sanno, da dopo pranzo in poi l’attenzione cala e verso la fine della giornata nemmeno più i caffè bastano (vale anche per me).

I pro di una formazione in pillole

Ho scoperto che il formato light è il mio preferito perché:

  • mi permette di spalmare i contenuti con più precisione: se so che devo stare in poche o pochissime ore, per magia sono molto più efficace nell’adeguare a ciò slide, spiegazioni e micro esercitazioni
  • mi permette di dosare la quantità di energia che spendo: di nuovo, se so che le ore a mia disposizione sono contingentate, divento più brava a concentrare le energie e se anche mi devo trasformare in un martello pneumatico, so che me lo posso permettere
  • il formato breve e ripetuto fa sì che i contenuti sedimentino molto di più, tra una volta e l’altra, e l’efficacia pratica dei suggerimenti che do aumenta di conseguenza.

Alla fine delle ore di formazione i partecipanti sono ancora freschi, hanno spessissimo in canna delle domande che immancabilmente mi impediscono o di fare la pausa a metà o di andarmene via all’orario stabilito (ma va bene così!), e mantengono una buona concentrazione fino alla fine. Molto spesso sono anche contenti di fare le esercitazioni a casa e poi mi scrivono in pubblico e in privato per raccontarmi di come hanno messo in pratica certi strumenti.

Per chi fa formazione c’è forse qualcosa di più gratificante, rinforzante e galvanizzante?

Il corto funziona in video (non lo scopro io, ok)

Come ho sperimentato con Copy42, il formato breve si presta molto bene a essere metabolizzato anche in video. Nell’edizione di Roma, in aula, c’erano 16 persone, ma via video gli iscritti al corso erano 60. Ebbene, non c’è stata nessuna differenza a livello di risultati delle esercitazioni tra chi era in aula e chi riguardava la registrazione, e anzi, in quest’ultimo caso la voglia di entrare in contatto con i compagni per un confronto e con me per darmi dei feedback (attraverso il gruppo Facebook e la messaggistica in privato) ha spinto la partecipazione alle stelle.

Modello di business cercasi

Il formato breve ha un sacco di vantaggi, ma è da capire come migliorare il modello di business che ci sta sotto. Se a Torino mi posso permettere di spostarmi per più volte, prendendo l’autobus, anche solo per insegnare due ore dalle 19 alle 21, diventa dispendioso andare in trasferta in un’altra città, stando via una giornata intera, per fare magari solo poche ore effettivamente retribuite.

I costi sono troppo elevati e non sostenibili dai committenti, se ti fai pagare non solo per le due o tre ore di effettiva formazione, ma per l’intera giornata che, ribadisco, è comunque tutta occupata.

Che il video può essere la risposta l’ha già detto qualcuno? 🙂

Tu che cosa ne pensi? Lasciami il tuo commento qui o su Facebook, se trovi il tempo. Grazie!

Foto di Marco Borgna

Scritto da Annamaria Anelli

Sono una business writer e aiuto le aziende a prendersi cura dei propri clienti, con la scrittura

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