Riscrivere un testo: se bisogna convincere il cliente

Chi scrive per lavoro lo sa: spesso abbiamo a che fare con testi già scritti dal cliente o da “suo cugino”. Il nostro compito facile è buttare tutto e ricominciare da capo, quello difficile è convincere, prima, il cliente che i testi così non vanno, che non basta cambiare due virgole e che è proprio riscrivere la parola magica. Ci vuole tanta pazienza, e anche un buon metodo.

Faccio un esempio.

Federica è un’avvocata di 33 anni che, dopo qualche anno di lavoro speso a difendere molto e guadagnare poco, si è rimessa a studiare, ha superato un concorso ed è stata assunta dall’Agenzia delle Entrate. E poi si è iscritta di nuovo all’università e veleggia verso la seconda laurea, in economia. Ma, soprattutto, Federica ha una fissazione, come la chiama lei. Vuole diventare una magistrata.

Quando è venuta da me mi ha detto: io studio tantissimo e conosco la materia in ogni sua sfumatura, ma quando scrivo tutto quello che so si perde, ci deve essere un problema nella mia scrittura, faccio qualche sbaglio, prendo strade senza uscita.

L’esame per entrare in magistratura richiede il superamento di un concorso nel quale gli aspiranti magistrati si cimentano con tre temi: uno di materia penale, uno di materia amministrativa e uno di materia civile. Per superare l’esame, bisogna prendere la sufficienza nei temi, insomma.

I titoli sono del genere: I criteri di riparto della giurisdizione in materia di risarcimento del danno e di tutela possessoria. Bleah.

Che io ci vada a nozze a riscrivere testi in legalese-buricratese-amministrese è cosa risaputa, ma questa di Federica è stata una bella sfida. Fatta a colpi di svelamento progressivo del colpevole.

Una scrittura troppo povera?

Le ho chiesto di portarmi un suo tema e almeno un paio di quelli che avevano superato il concorso perché volevo leggere con calma, ma la chiave per risolvere il caso Federica me l’ha servita subito, con questa frase: ma come hanno fatto a passare il concorso, questi? Leggi il loro tema, guarda quanto è semplice, quasi povero, quello che scrivono.

Ta daaaaaaa!

La commissione aveva premiato i temi che a Federica potevano sembrare “poveri”, ma che in realtà dell’argomento in questione trattavano un aspetto e lo esponevano nel modo più chiaro, seppur tecnico, possibile.

La professoressa Bice Mortara Garavelli (che amerò per sempre perché è stata la maestra insuperata di tante delle cose che so e perché ha scritto questo libro) sostiene che nelle professioni legali – e non solo – scritti involuti riflettono in realtà idee contorte*: ecco, la commissione aveva usato proprio questo principio per valutare i temi, premiando chiarezza di idee e schematicità di impianto.

Insomma, mi è stato subito chiaro che il colpevole nel nostro caso era la scrittura involuta, attorcigliata, strapiena di tecnicismi e di fossili sintattici e lessicali (definizione della professoressa Garavelli).

Quello che mi restava da fare era convincere anche Federica del fatto che il colpevole fosse proprio “quel” colpevole. E che riscrivere da capo fosse l’unica via percorribile.

Abbattere le resistenze

Aiutare qualcuno a ripensare il testo che ha scritto per renderlo più a misura di lettore è un processo delicato, bisogna vincere qualche resistenza. Il premio in palio, però, è qualcosa di molto intrigante: fornire la consapevolezza degli errori che si compiono e soprattutto gli strumenti per non commetterli più.

Quali sono le resistenze che devi vincere quando un cliente (ma anche tuo figlio, un collega, un’amica) ti chiedono aiuto?

Mi vengono in mente queste:

  • a lasciar andare uno scritto di cui magari è innamorato: quando rileggiamo un nostro testo ci sembra sempre che tutto fili via liscio e non riusciamo a riscrivere niente
  • a riconoscere che può usare modi più semplici, e quindi più fluidi, per esprimere uno stesso concetto: spesso ci dà fastidio abbandonare certi termini tecnici che reputiamo comprensibilissimi, ma che sottoposti alla prova del lettore non funzionano
  • ad ammettere che anche se scrive per un pubblico di competenti in materia, deve fare ogni sforzo per rendere semplice la lettura e la comprensione del suo testo.

Nel concreto, come si fa a vincere queste resistenze? Nel caso di Federica, come ho fatto?

Leggilo nel mio prossimo post, dove ti racconto i 5 passi che uso io.

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*Se ti interessa approfondire l’argomento, leggi le Le parole e la giustizia. Non è un libro da spiaggia, ti avverto, ma è quanto di più interessante sia stato scritto in Italia sul linguaggio degli operatori del diritto.

foto di Marco Borgna

Scritto da Annamaria Anelli

Sono una business writer e aiuto le aziende a prendersi cura dei propri clienti, con la scrittura

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