Analogico nel digitale: cartoline dal BTO2014

ll BTO (Buy Tourism Online) si è concluso da qualche giorno e sono davvero soddisfatta. Mi ha dato la possibilità di fare un esperimento di storytelling crossmediale piuttosto interessante ed è stato anche una bella festa iniziata col mojito insieme a Miriam il lunedì sera e finita col racconto di un avventuriero-motivatore il mercoledì pomeriggio. Ma che cosa voglio di più?
L’emozione la lascio al fondo del post, se no mi fermo e non vado più avanti (mi pare di sentire @gluca: c’è troppo pathos, qui).

Prendo il via da questo tweet di Giuliana Laurita

Già, che mestiere farà mai?

A monte c’è il perpetuo problema della ricerca della definizione univoca: alla domanda “ma tu che cosa fai” io rispondo a seconda dell’interlocutore e della situazione e così sono un po’ diversa tutte le volte. Ma forse è il fatto di cercarsi un’unica etichetta che non funziona più: in questi tempi di professionalità fluide ti scappa sempre un po’ di qua e un po’ di là la coperta del singolo “nome”.

E così, chi è lo storyteller? In realtà lo siamo un po’ tutti quando ci raccontiamo con un tweet, uno status o un post. Ma allora non esiste?

Io la penso così: lo storyteller non è una figura professionale (scusa, puoi mica darmi il numero di quella lì, che fa la storyteller…), ma è un professionista della comunicazione che maneggia con disinvoltura la narrazione e decide quali strumenti e quali canali usare a seconda dei contesti. Anche un giornalista, lo è, un fotografo.

Lo storyteller racconta quello che vede, capisce e sente e in qualche modo lo rielabora per lasciare la sua cifra. Può farlo twittando, girando un video, fotografando o può farlo inventandosi un format.

Alla base c’è che narra, trova il modo di far uscire la storia e di inserirla dentro un flusso. Il primo problema è questo: posso anche saper raccontare, ma, se non c’è nessuno ad ascoltarmi, svolgo un semplice esercizio di solipsismo. Secondo problema: il flusso grazie alla rete è assicurato, ma come faccio a farmi pescare e tirare su tra le cose che scorrono?

Io sono fortunata perché ho un esempio concreto molto recente.

Ho fatto parte del Social Media Team che ha raccontato il #BTO2014 e mi sono inventata un format: la cartolina. Il massimo dell’analogico inserito nel flusso digitale di un tumblr. La cartolina è qualcosa che ci siamo quasi dimenticati, ma io l’ho immediatamente associata al turismo (e quindi al BTO) e da lì a farmi venire l’idea di spedire cartoline da Firenze è stato un lampo.

Ho fatto stampare le cartoline (vuote) su un cartoncino di carta riciclata che le rende immediatamente cenestesiche: vi vien voglia di toccarle, cioè. Una volta riempite con i miei appunti, le ho fotografate con l’I-Phone, aggiustate con Snapseed e poi le ho pubblicate su tumblr.

Dietro a ognuna di esse si vede il fondo sul quale sono appoggiate. Scarsa professionalità? Ma nooooo! Una cartolina “deve” risultare appoggiata da qualche parte: non le scrivevate forse sul retro della valigia, sulla schiena dei compagni di viaggio, sul pavimento sporco del traghetto? Come può suscitarvi ricordi ed emozioni, se sa di standard e di leccato lontano un miglio? (Poi però, ai relatori, una volta tornata a casa, ho mandato le scansioni delle cartoline originali come ricordo).

Insomma, dal punto di vista estetico, gli eventuali difetti si sono trasformati in punti di forza; entrando nello specifico del contenuto, invece: se è vero, ed è vero perché lo dice Miriam Bertoli, che i contenuti fanno girare il mondo, come li ho declinati nelle cartoline?

La maggior parte degli appunti che ho preso e inserito nelle cartoline possano essere inseriti in altrettanti tweet. Il lavoro di sintesi che occorre è lo stesso: salvaguardare il succo di ciò che viene detto in quel momento e condensarlo in poche parole.

In più, sulle cartoline avevo la necessità di presidiare lo spazio: come facevo a sapere se i contenuti dello speaker sarebbero stati tanti o pochi, tutti interessanti o tutti facili da sintetizzare? Potevo dare la priorità ad alcuni argomenti, che magari capivo di più, a scapito di quelli a me meno vicini?

Chiaro che in un evento live come il BTO non potevo prepararmi prima, se non andando a dare un’occhiata ai cavalli di battaglia degli speaker che pensavo di seguire. Alcuni li conoscevo, altri li ho scoperti e grazie alla rete alcune info le ho raccolte. Ma il live è il live e un po’ di ansia da prestazione ce l’avevo: il relatore avrebbe ritrovato se stesso? Avrebbe apprezzato la scelta e il punto di vista?

Ecco, nelle cartoline ho raccontato ciò che più mi ha colpita, ciò che sono stata in grado di rielaborare al meglio. So di dover migliorare nel disegno e nella calligrafia, ma ho imparato anche che reggo bene il poco tempo e che riesco a passare da un argomento all’altro senza problemi.

Giuliana, lo storyteller è quindi anche colui o colei che trova la maniera di raccontare un evento in formati non scontati, predilige le contaminazioni, ha una buona capacità di sintesi e ama tutte le forme di trasmissione della conoscenza.

Siccome credo molto nella riduzione rispettosa della complessità, faccio mia una frase di Allevi: la semplicità è la complessità risolta, non la banalità.

Il commento più divertente del BTO l’ho ricevuto da Rocco che a un certo punto, mentre disegnavo, mi si è avvicinato e, indicando le cartoline, mi ha chiesto: “Anna, dove le hai prese queste?”. Non si è accorto di quanto piacere mi ha fatto 🙂

E adesso le emozioni:

  • ho toccato @robertamilano (addirittura l’ho abbracciata e baciata)
  • ho conosciuto @insopportabile (e la santamoglie) e ho visto da vicino l’effetto che fa alle fan
  • ho finalmente abbracciato @svoltarock (ero sicura che sarebbe stato come ritrovare un pezzetto di me)
  • sono finita nelle slide di @mafedebaggis e @gallizio con una mia mappa mentale
  • ho visto da vicino quanto trascina @sergiocagol (e sono rimasta contagiata dal sorriso di @lcrame)
  • ho finalmente capito che @paola_faravelli riesce a fotografarmi perché vede al di là
  • ho fatto per la prima volta parte di un Social Media Team raccontando un evento così interessante insieme a tante altre persone (che taggo virtualmente qui tutte!!!)
  • ho fatto tenerezza a @manuvic69 che ha twittato per me quando, disperta, mi sono accorta di aver perso gli occhiali (ma il giorno dopo li ho ritrovati!).
Scritto da Annamaria Anelli

Sono una business writer e aiuto le aziende a prendersi cura dei propri clienti, con la scrittura

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